ECLISSI TOTALI DI SOLE
E FENOMENI ATMOSFERICI


di Piermario Ardizio

La magia di un'eclisse confonde uomini ed animali, ma i suoi effetti sul clima sono quelli di un comune temporale, così dopo il suo passaggio tutto torna come prima.

Fiumi di inchiostro vengono riversati sulle pagine delle riviste all'approssimarsi di un'eclisse, ma quasi tutto orientato a guidare gli appassionati e i curiosi alla ripresa fotografica dello spettacolare fenomeno trascurandone l'aspetto scientifico, certamente nessuno tra i lettori ha dubbi sull'esistenza di una stretta, anche se non chiara, correlazione tra il nostro Sole ed i fenomeni dell'atmosfera, un'eclisse totale può aiutarci a comprendere quali siano questi legami e quali le interazioni con i principali fenomeni atmosferici che accadono attorno a noi.

ECLISSI: NON SOLO UN CURIOSO FENOMENO
Lo spostarsi del cono d'ombra sulla superficie terrestre cambia i venti, modifica la temperatura (che diminuisce in conseguenza dell'assenza dell'irragiamento solare), il calo di luce altera i comportamenti di uomini e animali. L'idea di quantificare alcune di queste grandezze nasce in me pochi mesi prima di partire per osservare l'eclisse più lunga del secolo in Messico. Dopo una accurata ricerca viene acquistato tutto il necessario. Oggi tale strumentazione è diventata ormai una fedele compagna dei nostri viaggi finalizzati allo studio delle eclissi e viene integrata ogni volta con nuovi dispositivi atti a misurare il fenomeno nel modo più completo possibile.

PRECEDENTI MISURE ATMOSFERICHE

Certamente non è facile trovare quale correlazione lega il Sole col clima terrestre, nel 1991 Friis-Christensen e Lassen focalizzarono l'attenzione sulla lunghezza del ciclo solare trovando una variazione nell'irraggiamento della nostra stella pari allo 0,1% nel corso del ciclo, troppo poco però per spiegare le variazioni del clima. Nel 1997, Friis-Christensen e Svenmark, analizzarono possibili correlazioni tra i raggi cosmici e la copertura nuvolosa, ma il loro legame è tuttora un mistero e purtroppo tali misure sono al di fuori della possibilità di studio di noi astrofili. In effetti noi ci dobbiamo accontentare di rilevare le variazioni dei parametri atmosferici durante le eclissi totali di Sole, l'unico momento in cui viene a mancare l'irraggiamento solare per pochi minuti.
Tracce storiche di tali misurazioni sono rare, probabilmente a causa delle difficoltà di portare gli strumenti, che fino ad una ventina di anni fa erano ingombranti e costosi (la loro sensibilità era decisamente più limitata), sul luogo dell'eclisse. Si possono rintracciare esempi osservativi nell'Astronomische Mitteilungen der Eidgenossichen Sternwarten Zurich, dove in passato il Prof. Max Waldmeier, dell'osservatorio di Zurigo, aveva seguito 16 eclissi totali effettuando regolari misure di luminosità e temperatura tra il 1952 e il 1979. vediamone alcune a titolo di esempio per meglio comprendere la finalità delle sue ricerche:
A) nell’eclissi del 25/02/52, si verificò un calo di temperatura di 4.9°C 15min dopo la totalità. Inoltre durante l'eclisse calò la velocità del vento passando da 3 a 2m/sec, con il minimo raggiunto 20min dopo la totalità, nessuna significativa variazione di pressione venne rilevata.
B) la seconda eclisse venne osservata da Rio de Oro (Brasile) il 2/10/59, rilevando una variazione di temperatura di 4°C.
C) la terza da Aguasul (Colombia) il 12/10/77, con il Sole alto 7° sull'orizzonte ed una durata della totalità di 53sec. L'influenza dell'eclisse sulla temperatura fu immediata, infatti si alterò subito dopo il 1° contatto e durante la totalità calò di 2°C. La luminosità fu pari a quella del Sole quando si trova 6.5° sotto l'orizzonte.
D) una quarta fu osservata da Great Falls (MONTANA, USA) il 26/02/79 dove si riscontrò che la luminosità del cielo allo zenith durante la totalità fu pari a quella del Sole quando si trova 5° sotto l'orizzonte, l'influenza dell'eclisse sulla temperatura fu notata dopo 5min dal 1° contatto, mentre il calo di 2.2°C avvenne dopo 9min dalla fase centrale della totalità, e così via per le restanti 12 eclissi qui non menzionate. Dai risultati così acquisiti arrivò così a determinare che la differenza di temperatura misurata durante una eclissi, era legata all'escursione termica giornaliera moltiplicata per una costante compresa tra 0,5 (se l'eclissi avveniva verso l'alba o il tramonto) e 0,2 se occorreva nel mezzo della giornata.

I NOSTRI RISULTATI

Con la nostra strumentazione abbiamo seguito per ora, quattro eclissi: quella dell'11/07/91 in Messico a Juchitan, quella del 3/11/94 in Perù a sud di Arequipa, il 26/2/98 eravamo ad Antigua (Caraibi) e l'11/8/99 in Turchia per l'ultima eclisse del millennio: sono ovviamente troppo poche per trarre delle conclusioni, ma sufficienti per fare delle ragionevoli ipotesi, in funzione delle quali perfezionare gli esperimenti per le future eclissi.
La luminosità
nell'eclisse del Messico abbiamo sperimentato un calo di luce del 77,5%, ovvero una luce residua paragonabile a quella che si ha allo zenith, quando il sole si trova 5.8° sotto l'orizzonte. Purtroppo lo strumento si è guastato durante l'eclissi peruviana, ci mancano pertanto i dati ad essa relativi. Ad Antigua lo strumento era tornato nuovamente efficiente e ci ha permesso di misurare un calo di luce del 72,7%, mentre in Turchia siamo arrivati al 72,4%. A differenza del Messico queste ultime due eclissi avevano la fascia di totalità molto più stretta, quindi sospettiamo un contributo della radiazione diffusa dall'atmosfera circostante maggiore, per questo il calo di luce è stato inferiore. In futuro sarebbe interessante poter quantificare quanta energia proviene dal globo solare, quanta dalla sua Corona e quanta dalla diffusione atmosferica.
La temperatura
I risultati ottenuti in Messico evidenziano un calo di temperatura di 2,1°C misurato durante la totalità quando, la temperatura è passata da 31,6 a 29,5°C (bisogna dire che l'improvviso calo del vento può aver influito sull'ampiezza dell'escursione termica in quanto, da prove sperimentali condotte in Italia, si è visto che tale fenomeno può determinare una variazione nel valore massimo della temperatura con ampiezza fino a 1,5°C): il valore ottenuto è comunque allineato con le misure fatte a Baia California dove è stata registrata una caduta di 2,6°C. In Perù, la temperatura è passata da 16,2 a 14,4°C con una variazione di 1.8°C, valore rilevato qualche minuto dopo il 3° contatto, mentre misurazioni dal Brasile davano un calo di 4,2°C. I rilievi effettuati ad Antigua ci hanno dato un calo di temperatura di ben 5,6°C, mentre in Turchia, abbiamo sperimentato un calo di 4,6°C. Con questo dato abbiamo cercato di fare una verifica della relazione dedotta dal Prof. Waldmeier, considerando il coefficiente medio da lui consigliato (pari a 0,37) poi moltiplicato per l'escursione termica giornaliera, ricavando quest'ultima dalle temperature di Ankara (che tuttavia è molto più a ovest rispetto ad Amasya) prese dal servizio meteo della CNN per un periodo di due settimane, i dati sono poi stati selezionati in base a ragionevoli ipotesi. Il valore risultante da questa media è compreso tra 4,92 e 4,35°C, in buon accordo con il nostro 4,6°C, ma bisogno tener conto che i due valori sono misurati in due località ben distanti tra loro, per cui potrebbe non essere significativo. Abbiamo anche estrapolato i dati all'indietro in funzione delle temperature rilevate dal servizio meteo di Amasya che ci portano ad un risultato di 5,2°C, che diventano 5,5°C se teniamo conto della massima escursione possibile. A questo punto la precisione delle misure risulterebbe essere del 20%, certamente accettabile, ma non sicuramente eccezionale. Ovviamente queste considerazioni andranno approfondite e verificate alla luce del fatto che la formula del Prof. Waldmeier prende in considerazione come escursione di temperatura quella prevista da un curva teorica, in essa si nasconde al momento la chiave per leggere anche i nostri dati.
L'umidità
tutte le misure fatte hanno evidenziato come ad una variazione di temperatura sia conseguente quella dell'umidità relativa presente nell'aria. Al diminuire della temperatura corrisponde un aumento dell'umidità e viceversa.
La pressione
La zona interessata dall'eclisse raffreddandosi, richiama aria più calda dagli strati vicini dove il Sole continua a splendere, aumentando quindi la quantità d'aria si ha un conseguente aumento di pressione, cessato il fenomeno il riequilibrio della situazione richiede ovviamente un certo tempo e lo si raggiunge infatti dopo la totalità. Le variazioni di pressione sono piccole per cui occorrono strumenti molto sensibili, questo potrebbe spiegare la mancata registrazione di variazioni durante l'eclissi del 1952 osservata dal Prof. M. Waldmeier. Tuttavia la spiegazione delle variazioni da noi misurate deve considerare anche il normale andamento della pressione atmosferica col progredire del giorno, in quanto per capire come l'eclisse modifica la pressione atmosferica bisogna conoscere la sua naturale tendenza a quella data ora del giorno.
Il Vento
Certamente il grosso interrogativo di ogni eclisse è il vento, proprio quello che ha squarciato le nubi cariche di pioggia in Germania, permettendo ad alcuni di osservare l'argentea corona circondare il Sole nel momento della totalità, mentre in altri siti, spostava le nubi ora sopra ora via dal Sole, e in Spagna causava il riassorbimento delle velature presenti. Dopo ormai quattro eclissi totali ed una anulare possiamo asserire con certezza come il vento che precede la totalità e il vento d'eclisse siano la stessa cosa; esso si sposta verso est precedendo il cono d'ombra, può così capitare, come in Messico, che contrasti il vento già presente fino ad annullarlo, oppure di mostrare un cambio di direzione come accadde in Perù e in Turchia. Certo il vento d'eclissi è strano ed imprevedibile, per questo è molto difficile da catturare e misurare, tuttavia questo non esclude di non essere adeguatamente attrezzati in futuro per cercare di capire questo curioso fenomeno innescato dal calo di temperatura che coinvolge l'intera atmosfera, indipendentemente dalla quota (l'energia solare viene in effetti a mancare in tutto il cilindro atmosferico interessato dall'ombra).

CONCLUSIONE

I dati al momento disponibili ci suggeriscono come misure di questo tipo possono portare a risultati interessanti, ma occorre approfondire i problemi anche da un punto di vista teorico, come il bilancio energetico dell'atmosfera (quanta energia assorbe, quanta ne disperde e in che modo) e la conoscenza dei fenomeni meteorologici nel loro succedersi quotidiano. Possiamo comunque azzardare qualche commento: per esempio i grafici della temperatura danno la sensazione che l'atmosfera, ad un certo punto, raggiunga l'equilibrio tra energia ricevuta ed energia dispersa, mentre quelli della luminosità evidenziano come vi sia una serie di contributi che determinano la luminosità globale durante la totalità. Si capisce come molti siano i parametri di cui tenere conto e molti i fenomeni da controllare in cui le variazioni sono minime, come ad esempio la pressione, dove si lavora al limite della risoluzione degli strumenti stessi. Ovviamente tale argomento andrà approfondito, ripetendo le misure con altre eclissi, l'invito è ovviamente esteso a tutti gli astrofili che abbiano voglia e possibilità di farlo, una consistente mole di dati potrebbe certamente aiutare a comprendere meglio i fenomeni e le correlazioni esistenti tra il Sole e la nostra atmosfera e tra questa e le forme viventi che popolano il pianeta.
L’innocenza dei bambini
Passata un’eclisse non resta che aspettare la prossima, chissà se un altra bambina griderà ai genitori:" mamma, mamma, la luna si mangia il sole"; ciò accadeva alle 6:47 dell’11 Agosto 1999 a Saint Pierre et Miquelon (Canada), segnando l'inizio dell'ultima eclisse totale del millennio, quella che ha lasciato dentro ciascuno di noi un meraviglioso indelebile ricordo. Tutte le eclissi lasciano qualcosa dentro di noi, ma l’innocenza e la spontaneità dei bambini portano ad esternare forse proprio quelle ancestrali vecchie paure che noi non ricordiamo più (L’ultima eclisse parziale del 29 marzo, mio figlio Daniele di 2 anni, mi confidò che al nido la luna si stava mangiando un pezzo di Sole), ma quel loro immaginare che qualcosa si mangi il sole ci aiuta a ricordare.
 
QUALCHE CONSIGLIO
Occorre ricordare brevemente qualche semplice accorgimento per evitare di incappare in errori di misura grossolani:
1) per evitare problemi dovuti alla deriva termica la strumentazione bisogna accenderla una decina di secondi prima di effettuare la misura e poi subito spegnerla. Inoltre nel valutare i risultati occorre tener conto delle caratteristiche dello strumento (le misure di temperatura fatte con una termocoppia a lettura digitale daranno risultati diversi rispetto ad un preciso termometro a mercurio, dato che diversi sono i tempi di risposta alle variazioni della grandezza misurata).
2) il luogo ideale per collocare la sonda di temperatura è all'ombra e al riparo dal vento, con la termocoppia posta a circa 1m da terra (lo standard meteorologico è a 1250mm), per evitare alterazioni della misura a seguito del calore rilasciato dal suolo, purtroppo questo non è sempre possibile.
3) occorre fare attenzione, nel leggere le misure, che il dato resti sufficientemente stabile per un ragionevole lasso di tempo, si evita così di registrare casuali variazioni dovuti a fattori non correlati al fenomeno che stiamo osservando, la nostra stessa presenza potrebbe influenzare (se gli strumenti sono sensibili) sia le misure di temperatura che quelle di umidità.
4) Allenarsi con la strumentazione a casa è sempre una buona regola, soprattutto se è nuova, ci sarà così possibile scoprire e risolvere con calma gli eventuali problemi.



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