GAT - Gruppo Astronomico Tradatese

Alla scoperta dei pianeti extrasolari




Dopo tanti mesi di lavoro e' ormai pronta la 6 Edizione della nostra grande mostra dedicata a L'ESPLORAZIONE DEL SISTEMA SOLARE, che si aprira' a Saronno dal 19 Ottobre al 22 Dicembre e che, come valore scientifico e didattico e' UNICA IN EUROPA (vedi depliant a colori allegato).
La mostra, in aggiunta al materiale delle passate edizioni, raggruppera' tutte le grandi scoperte del triennio sui corpi del Sistema Solare, compresa tutta una serie di recentissime novita'. Si, perche' e' suc cesso davvero di tutto durante i passati mesi estivi!
Il 26 Giugno e il 6 Settembre la SONDA GALILEO, in orbita attorno a Giove dal 7 Dicembre'95 ha cominciato ad inviare incredibili immagini di Ganimede (ma anche di Europa ed Io, nonche' delle nuvole di Giove).
Nella prima settimana di luglio si sono radunati, a Capri, in Italia scienziati da tutto il mondo (anche noi del GAT eravamo presenti con una importante comunicazione scientifica) per il grande congresso BIOASTRONOMY'96, caratterizzato dalle prime prove inconfutabili dell'esistenza di pianeti extrasolari. Proprio a questo argomento dedichiamo questa nostra lettera.
Il 16 Agosto sulla rivista americana SCIENCE un team di scienziati della NASA guidati da D.McKay ha annunciato di aver rintracciato TRACCE FOSSILI DI BATTERI MARZIANI nella meteorite ALH84001.
A partire da Settembre la COMETA HALE-BOPP, nonostante si trovasse ancora a 300 milioni di Km dal Sole, ha letteralmente stupefatto gli studiosi con una serie di incredibili fenomeni indicanti un'attivita' gia' parossistica (vedi CCD news su questa lettera).


Sommario:



ALLA SCOPERTA DEI PIANETI EXTRASOLARI.

Il merito dei grandi progressi in questo campo risiede nella misura Doppler delle minime variazioni di velocita' radiale (pochi metri/secondo) che uno o piu' pianeti producono sulla stella attorno a cui ruotano (per esempio Giove produce sul Sole una oscillazione ritmica e lievissima di circa 13 metri/secondo, con un periodo di 12 anni). Misure cosi' lievi sono teoricamente possibili solo valutando, per effetto DOPPLER, lo spostamento verso il blu e verso il rosso, di certe linee spettrali particolarmente intense nello spettro della stella in esame. Pionieri di questa affasciante ricerca sono i californiani G.Marcy e e P. Butler che hanno equipaggiato il riflettore Lick da 3 metri con uno spettrografo capace di raggiungere la incredibile risoluzione di 3 metri/secondo: con questo strumento, da poco piu' di un anno, stanno testando un centinaio di stelle di tipo solare e hanno gia' scoperto una mezza dozzina di pianeti di taglia gioviana. In realta', la prima scoperta di un pianeta extrasolare con questa tecnica e' merito di un altro gruppo: quello di M.Mayor e D.Queloz (Universita' di Ginevra) che, durante il 9 congresso sulle stelle fredde tenutosi a Firenze il 6 Ottobre'95, annunciarono di aver scoperto un pianeta di 0,47 masse gioviane (Mg), in orbita perfettamente circolare, a 0,05 U.A. alla stella 51 Peg. Questa estrema vicinanza comporta anche un periodo orbitale incredibilmente corto: solo 4,23 giorni!
Merito assoluto della scoperta va al primo spettrografo in grado di misurare oscillazioni radiali di tipo,'gioviano' (13 m/sec) che gli scienziati svizzeri collegarono al riflettore da 2 metri dell'Osservatorio di Alta Provenza. E' comunque necessario sottolineare che massa di 0,47 Mg stimata per 51Peg B e' solo un LIMITE INFERIORE. In parole povere, la massa potrebbe essere anche molto maggiore, arrivando a rasentare (ma cio' e' assolutamente improbabile) quella di una stella vera e propria. Vediamo di capire il perche' di questo punto molto importante. Quello che si misura spettroscopicamente e' solo la componente v della velocita vera V, diretta verso l'osservatore (definita come velocita radiale). Tra velocita radiale e velocita' vera esiste la semplice relazione v= V.sen i dove i e' l'angolo tra il piano orbitale del pianeta e la perpendicolare alla linea visuale. Siccome la massa del pianeta e' direttamente collegata alla variazione di velocita' indotta nel moto della stella centrale, e' chiaro che m= M.sen i (dove M=massa vera ed m=massa apparente dedotta dalla velocita' radiale). La massa apparente (intesa come limite MINIMO di massa) concide con la massa vera solo nel caso che il piano orbitale del pianeta sia visto esattamente di profilo (in questo caso, infatti, i=90 e sen i=1). Per contro, la massa apparente diventa una frazione sempre piu' piccola della massa vera, con piu' l'orbita tende a disporsi perpendicolarmente alla linea di vista (in questo caso, essendo i prossimo a 0 , sen i diviene molto piccolo e quindi M=m.sen i assume un valore molto grande). Nel caso specifico di 51Peg B, se la sua orbita fosse vista quasi di piatto, la sua massa potrebbe addirittura arrivare a quella di una piccola stella. Sono molti, pero', gli indizi che fanno escludere questa possibilita'. Un motivo e' semplicemente statistico: si puo' infatti calcolare che la probabilita' di un'orbita perfettamente perpendicolare alla linea visuale e' di 1 su 40.000! E, in ogni caso, c'e' una probabilita' del 99% che la massa di 51Peg B sia < 4 Mg (masse gioviane). Un secondo motivo e' puramente osservativo: dalle variazioni spettrali collegate alla rotazione di 51 Peg si deduce infatti che la stiamo osservando quasi di taglio e che quindi questa debba essere la posizione geometrica dei suoi eventuali pianeti (ricordiamo che tutti i modelli teorici impongono che i pianeti si formino sul piano equatoriale della loro stella).



PIANETI E NANE BRUNE.

Ma qual'e' il limite di massa che puo' competere ad un pianeta vero e proprio? Secondo i calcoli teorici di Alan Boss (Cornegie Institution di Washington), dal processo classico di formazione stellare, che passa attraverso la frammentazione di nubi intertellari, non si possono formare oggetti con massa inferiore a 10 Mg (dunque si puo' parlare di pianeta solo se la massa e' inferiore a questo limite). Rimane, comunque il fatto che solo a partire da 80 Mg una stella puo' innescare al suo interno reazioni termonucleari: cosi' le sfere di idrogeno con massa compresa tra 10 e 80 masse gioviane vengono definiti dagli astronomi NANE BRUNE. Nane brune che sono rimaste nel regno delle ipotesi finche', proprio al congresso dell'Ottobre'95 a Firenze, il gruppo di S.Kalkarni del Caltech non ha presentato le prime prove inconfutabili dell'esistenza di una di esse, scoperta attorno ad una nana rossa conosciuta come Gliese 229 (GL229). Dopo il caso di GL 229 B, la lista delle nane brune ritrovate attorno a stelle normali e' ormai arrivato ad una mezza dozzina. Quando poi la massa e' proprio attorno al valore limite di 10 Mg e' la forma dell'orbita a decidere: un'orbita circolare e' infatti tipica di un pianeta mentre un'orbita ellittica e' indizio di genesi stellare. Un esempio di questo tipo e' quello di HD114762, una stella di classe F9V distante circa 90 anni luce. Gia' nel 1989 un folto team internazionale guidato da D.Latham riusci' a realizzare ben 280 misure di velocita' radiale in tre osservatori distinti (Wipple in USA, Alta Provenza in Francia ed ESO a la Silla). Risulto' evidente nel moto della stella un' oscillazione di 570 metri/secondo con un periodo asimmetrico di 84 giorni. Il tutto si spiegava bene con la presenza di un compagno orbitante in un'orbita molto ellittica (e=0,25) con semiasse maggiore di 0,38 U.A. e dotato di una massa minima di 11 Mg, un valore recentemente confermato anche dal gruppo californiano di Marcy e Butler.
Per quanto riguarda la formazione vera e propria di sistemi planetari, le simulazioni del gruppo di D.Lin indicano che vicino alla stella centrale si possono formare solo piccoli corpi rocciosi di tipo terrestre mentre a partire da una distanza di 5 U.A., dove la temperatura e' molto bassa, si colloca la zona dei pianeti giganti, la cui massa limite sembra prossima alle 2 Mg.



51 Peg B: UN MONDO MOLTO STRANO.

Grafico di 51 Peg

A questo punto, di fronte all'idea dominante che pianeti di taglia gioviana si potessero formare solo a partire da 5 U.A. dalla stella centrale e che, quindi avessero periodi orbitali di almeno una decina d'anni, era inevitabile prevedere, per la loro ricerca, periodi di tempo molto lunghi. Questa e' stata la ragione per la quale G.Marcy e P. Butler, nonostante misurassero velocita' radiali su un campione di 120 stelle da almeno 8 anni, non avevano minimamente pensato di ricercare pianeti giganti a breve periodo di rivoluzione (quindi assai vicino alle stelle sotto esame). Sta di fatto che,dopo l'annuncio dei colleghi svizzeri al congresso di Firenze, bastarono a G. Marcy e P.Butler 4 giorni e 27 misure per confermare, senza ombra di dubbio, l'esistenza di 51Peg B. Un oggetto che, comunque, piu' che un pianeta e' un concentrato di stranezze. Intanto, trovandosi a soli 7 milioni di Km dalla stella centrale, la sua temperatura dev'essere decisamente torrida, dell'ordine di 1000 o 2000 C. Essendo inoltre la sua massa di tipo gioviano, i calcoli del gruppo di T. Guillot (Universita' dell'Arizona) imporrebbero che 51Peg B debba ancora possedere la stessa composizione di base di Giove (H2/He) senza, pero'la presenza di speci molecole piu'complesse. In particolare l'acqua dovrebbe essere ancora presente, mentre dovrebbero essere assenti due composti molto importanti per spiegare le colorazioni dell'atmosfera esterna di Giove, vale a dire CH4 (metano) e NH3 (ammoniaca).



LA LISTA SI ALLUNGA .....

Dopo la scoperta di 51 Peg B, G.Marcy e P.Butler, che dal 1987 avevano accumulato una gran quantita' di dati su velocita' radiali di stelle vicine senza averne ancora intrapreso uno studio sistematico, iniziarono immediatamente, nel Novembre'95 un'indagine accurata delle misure relative alle prime 60 stelle. Fu un lavoro intenso e complesso che per due mesi richiese l'utilizzo per 14 ore al giorno di una mezza dozzina di supercomputer SPARC 20, messi a disposizione dalla Sun Microsystem. Subito furono individuati altri due pianeti: uno attorno alla 70 Virginis, l'altro attorno alla stella 47 Ursae Majoris. Era solo l'inizio di una serie continua di scoperte: 55 Cancri (55 Cnc ovvero HR3522) in Aprile, TAU Bootis (TAU Boo ovvero HR5185) in Giugno, Upsilon Andromedae (Y And ovvero HR458) in Luglio.
Attorno a TAU Boo (una stella di tipo solare a 60 anni luce dalla Terra), 1,3 anni di misure Doppler hanno permesso di scoprire una variazione della velocita' radiale di 468 metri/sec che si ripete con perfetta simmetria ogni 3,31 giorni: da qui la deduzione della presenza di un pianeta a 0,046 U.A. dalla stella, in orbita perfettamente circolare percorsa in 3,31 giorni. Dinamicamente, dunque, TAU Boo B e' assai simile a 51Peg B. Molto differente e' invece la massa: l'eccezionale ampiezza delle oscillazioni di velocita' porta ad un valore minimo di massa di 3,87 Mg. Una massa quasi 10 volte maggiore di quella di 51Peg B, per la quale risulta ancora piu' difficile giustificarne teoricamente l'estrema vicinanza alla stella centrale.

Grafico di 70Vir

Il caso di 70 Vir (una stella di tipo solare distante 29 anni luce) e' completamente diverso. Nel suo movimento si sono infatti riscontrate variazioni di velocita' di 311 metri/sec che si ripetevano ogni 116,6 giorni ma con un andamento NON perfettamente sinusoidale. Fu immediato attribuire questo effetto ad un pianeta (70 Ver B) ruotante attorno alla stella principale su un'orbita fortemente ellittica (e= 0,43), con semiasse maggiore di 0,43 U.A. La massa minima di 70 Vir B risulta di 6,5 Mg. Questo valore, pero', come visto in precedenza, e' solo un valore minimo postulato nel caso che l'orbita sia vista esattamente di taglio. Addirittura la massa potrebbe essere quella di una nana bruna (M> 10 Mg) se la sua orbita fosse vista esattamente di piatto. In definitiva, sia per massa che per forma orbitale, 70 Vig B sembra molto simile al gia' ricordato compagno di HD114762: in entrambi i casi la probabilita' che si tratti di nane brune si fa leggermente preferire all'ipotesi planetaria.
Ancora differente e' la situazione dell'oggetto orbitante attorno a 47 Ursae Majoris che, secondo i dati di 1996 Marcy e Butler, produce sulla stella primaria un' oscillazione di 47 metri/secondo con un periodo perfettamente sinusoidale di 1088 giorni (3,02 anni). I calcoli mostrano che a produrle dev'essere un pianeta con massa minima di 2,46 Mg, distante dalla stella 2,1 U.A. e posto in un'orbita perfettamente circolare. 47 UMa B e', dunque, forse il pianeta piu' simile a Giove tra quelli inizialmente scoperti.
Molto simile alla situazione di 47UMa sembra quella di LALANDE 21185, attorno a cui, secondo le misure astrometriche dal gruppo di G.Gatewood ruoterebbe, a circa 3 U.A. un pianeta di 0,9 Mg, in orbita praticamente circolare percora in 5,8 anni.

Grafico di LALANDE 21185

Assolutamente eccezionale e' invece il caso di HR 3522, ovvero 55 Cancri, reso noto da Marcy e Butler nell'Aprile'96. Lo spesso Butler ne ha diffusamente parlato a BIOASTRONOMY'96, sottolineando come sia il primo esempio di sistema planetario scoperto attorno ad una stella doppia. Si', perche' 55 Cnc e' un sistema binario, composto da una stella di classe G8V e da una stella di classe M5V. che si ruotano reciprocamente attorno in 30.000 anni, ad una distanza media di 1150 U.A. Variazioni Doppler di 72 metri/secondo con periodicita' di 14,76 giorni indicano la presenza di un primo pianeta (55 Cnc B) di 0,78 Mg che ruota in maniera perfettamente circolare a 0,11 U.A. dalla stella. Variazioni Doppler secondarie farebbero inoltre pensare ad un secindo pianeta di massa >5Mg, posto a distanza >5 U.A.(55 Cnc C). 55 Cnc B ha, dunque, molte somiglianze con 51 Peg B, anche se la sua distanza dalla stella e' quasi doppia.

Grafico di 55 Cnc

L'ultimo 'nato' di questa famiglia 'extrasolare'si trova attorno ad Y Andromedae (una stella di m=4 e classe F7V situata a 53 anni luce di distanza) e il suo annuncio e' stato dato in esclusiva da G.Marcy a BIOASTRONOMY'96. Si tratta, quasi, di un gemello di 51 PegB: Y And B, infatti induce, nel moto della sua stella variazioni Doppler di 75 metri/secondo, con una periodicita' di 4,6 giorni. Se ne deduce che Y And B deve avere una massa minima di 0,6 Mg e deve ruotare a 0,054 U.A. dalla stella, in un'orbita perfettamente circolare.

Grafico di Y And




In definitiva, a tutto luglio'96, erano 7 i pianeti extrasolari sicuramente accertati attorno ad altrettante stelle di tipo solare. E' notevole il fatto che uno di essi sia stato scoperto su una stella binaria (55 Cnc). Per un evidente effetto di selezione dei metodi di rilevazione le loro masse sono come minimo paragonabili a quelle di Giove. E' pero' molto curioso il fatto che se la massa e' < 5 Mg le orbite sono circolari, mentre (come succede nel caso di 70 Vig B) se la massa (MINIMA) e' >5 Mg le orbite sono ellittiche: l'impressione e' che i pianeti VERI siano proprio quelli con orbita circolare, mentre le orbite ellittiche stiano comunque ad indicare un'origine 'stellare' come nana bruna. Peraltro le stesse tecniche hanno ormai portato a 5 le nane brune sicuramente accertate.

Tabella riassuntiva dei pianeti extrasolari finora scoperti




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