L'ERA DELLA STAZIONE SPAZIALE. Il controverso progetto è
finalmente decollat: ci ha pensato un vettore russo PROTON (alto 55m e
pesante 680t) con la sua spinta di 1100t, a portare il modulo da 20t ZARYA
(ALBA) sulla prevista orbita a 400Km, successivamente circolarizzata a
370Km dove ha incontrato lo Space Shuttle Endeavour con il NODE 1.
I costi della Stazione Spaziale sono saliti dai previsti 28miliardi agli
attuali 32-36 miliardi di $: per questo ci sembra opportuno ripercorrere
la travagliata storia di questo progetto, aggiungendo magari qualche riflessione
ripescata quà e là tra le varie, spesso inutili, polemiche
che lo hanno accompagnato. Secondo molti analisti, le controversie che
aleggiano in seguito ai ritardi, alla lievitazione dei costi ed alle incertezze
sulla partecipazione russa non sono una cosa nuova per il parlamento americano:
in fondo la storia è piena di grandiosi progetti dove l'indesiderata
intrusione di questioni di politica sia interna che estera, crea dissensi
e ne intralcia il cammino. Un esempio risale a 25 anni fa: l'amministrazione
USA si trovo' ad un bivio simile, perchè allora la guerra del Vietnam
sottraeva fondi e vite umane, proprio mentre alla Casa Bianca un Presidente
cercava di restare in carica ed un Congresso sempre più distratto
dalle vicende presidenziali parlava di un futuro progetto chiamato Space
Shuttle, accompagnato dalla promessa utopistica di un volo umano su Marte
entro la fine del secolo (ndr manca un solo anno e di una missione umana
su Marte neanche l'ombra). Oggi è sconsolante pensare a cosa avrebbe
potuto succedere se solo i politici di ieri (e di oggi) avessero preso
decisioni sensate. Proviamo ad immaginare, solo per un attimo,cosa poteva
succedere. Nel 1973 una squadra di astronauti avrebbe potuto raggiungere
lo SKYLAB dopo la permanenza dei tre equipaggi, e installare lo Skylab
Propulsion Module,.col compito di innalzare l'orbita del Laboratorio per
prevenirne un prematuro rientro in atmosfera. Poi nel 1974 l'equipaggio
dell'Apollo 18 avrebbe potuto iniziare la missione che li avrebbe portati
ad atterrare sul lato nascosto della Luna (nel mare di lava del gigantesco
cratere Tsiolkovsky), con le immagini ritrasmesse da due satelliti TIROS
rigenerati e spediti in orbita geostazionaria; subito dopo le missioni
Apollo 19 e 20 sarebbero atterrate vicino al polo Sud lunare. Infine nel
1975 avrebbe potuto essere lanciato lo SKYLAB B con lo scopo di svolgere
una missione congiunta URSS-USA per realizzare una copiosa mole di esperimenti.......Il
ritorno alla realtà è amaro, lo Skylab non venne mai attrezzato
per evitare la sua disintegrazione del 1979 sopra l'Australia, lo SKYLAB
B è rimasto ben piantato a Terra ed è oggi una delle maggiori
attrazioni del National and Space Museum di Washington, per non parlare
delle ultime tre missioni Apollo i cui razzi sono sdraiati nei prati dei
principali centri spaziali (per fortuna quello in Florida ha recentemente
avuto un tetto...): è come aver costruito una Ferrari e non usarla
perchè non si hanno i soldi per la benzina! Chiediamoci cosa sarebbe
successo se la scoperta del ghiaccio lunare, invece che dalla Clementine
e dal Lunar Prospector, fosse stata fatta da un astronauta 25 anni fa:
forse sarebbe nata una vera corsa alla luna, magari svincolata da discutibili
interessi politici. La storia della Stazione Spaziale rischia di essere
la copia del progetto Apollo e malgrado il primo modulo sia ormai in orbita,
il pericolo è sempre presente. Il progetto della Stazione Spaziale
Internazionale(ISS) vede la luce nel 1984 quando l'allora presidente Reagan
propose la costruzione di un avamposto spaziale del costo di 8 miliardi
di $ da completarsi per il 1992, in occasione del 500° anniversario
della scoperta delle Americhe ad opera di C.Colombo. Da allora la Stazione
Spaziale è stata ridisegnata una dozzina di volte e il costo è
notevolmente aumentato al punto che molti scienziati pensano al progetto
come ad un pozzo senza fondo dove cadranno finanziamenti e forse anche
vite umane. Dubbi e paure da tenere in seria considerazione, ricordando
però che nella storia dell'uomo nessun grande progetto, durante
la sua realizzazione, è stato esente da rischi e pericoli e difficoltà
più o meno grandi. La stazione spaziale è in un punto di
non ritorno, troppi soldi sono stati investiti e ora ci si aspetta un ritorno
tecnologico per la parte industriale, scientifico per i ricercatori di
tutte le discipline (comprese quelle mediche) e politico, dato che per
la prima volta 16 nazioni collaborano alla realizzazione di un grandioso
progetto (al di fuori della portata sia tecnologica che economica di qualunque
singola nazione). Per valutare le polemiche che hanno segnato il cammino
della ISS durante questi anni, riportiamo le conclusioni rese pubbliche
verso la metà del 1998 dalla apposita commissione incaricata di
rivedere l'intero progetto: la Stazione Spaziale ha compiuto significativi
passi avanti negli ultimi 4 anni definendo e risolvendo molti problemi
tecnologicamente complessi. Le dimensioni del progetto e la sua complessità
pongono la previsione di spesa di 17,4 miliardi di $ molto al di sotto
del reale costo dell'impresa ed inoltre vi sono una serie di fattori di
rischio di cui non si è tenuto conto. In ogni caso il suo completamento
non sarà possibile prima del 2004-2006 e il budget assegnato per
il 1999 non è adeguato allo svolgimento delle attività necessarie
alla sua costruzione. A questo seguiva a metà Ottobre una fitta
corrispondenza tra il Congresso e i dirigenti NASA che fissavano le nuove
linee, tenendo conto anche delle difficoltà economiche dei russi.
Per mantenere la realizzazione della ISS nei tempi previsti, senza ulteriori
ritardi il Congresso autorizzava la spesa extra di 60.000.000$, ma diffidava
la NASA dal richiedere ulteriori finanziamenti al di fuori di quanto pianificato,
senza prima aver presentato un piano credibile che li svincolasse dalla
dipendenza da altre nazioni che NON fossero in grado di tener fede agli
impegni presi. La sostanza era che se occorreva spendere altri soldi dei
contribuenti americani, l'obiettivo doveva essere l'interesse del contribuente;
si richiedeva inoltre lo sviluppo di un piano alternativo senza contributi
russi per lo sviluppo di parti critiche della ISS e veniva imposto un tetto
(fissato in 21.9miliardi di $) per la sua realizzazione. Il sogno che sembrava
impossibile sta così diventando realtà: Certo ci vorra' un
lavoro lungo e difficile nei prossimi 15 anni per costruire e far funzionare
questo avamposto nello spazio (grande come un campo da calcio e pesante
480t) che orbiterà a 400Km di altezza. Sono 16 le nazioni impegnate
a realizzarlo (USA, Russia, Canada, Giappone, Brasile e 11 nazioni europee
tra cui l'Italia). Ai moduli già in orbita seguiranno 100 altri
componenti principali che richiederanno 1.700 ore di attività extraveicolare
per essere assemblate tra loro (il doppio dell'EVA attualmente svolte dagli
astronauti USA nei precedenti 37 anni di attività umana nello spazio).
Si richiederanno 45 voli in 5 anni (36 voli Shuttle e 9 razzi Russi) per
portare le parti da assemblare in orbita; nello stesso periodo ci vorranno
44 voli russi per portare equipaggi e materiali a bordo; poi una volta
ultimato l'assemblaggio nel 2004, saranno 120 i voli necessari per il suo
funzionamento nei successivi 10 anni (forse aiuteranno anche Europa e Giappone
fornendo i propri lanciatori). Certo è la sfida tecnologica e sociale
(per la prima volta uomini di molte nazioni lavorano per uno scopo comune)
più ambiziosa mai tentata prima d'ora, ma questo non ci deve spaventare,
anzi deve essere il collante per raggiungere uniti la meta finale. Sperando
che le difficolta' finaziarie dei Russi prima o poi finiscano.. A questo
punto sorge spontanea una domanda: cosa sarà della MIR? Gli
USA dicono che i russi si dovrebbero concentrare sulla ISS, ma vista la
loro volontà di protrarre la vita della loro "vecchia" ma funzionale
Stazione oltre il 2000 (con un costo annuale di circa 13,6 milioni di $),
è iniziato un tira e molla che non si sa come finirà. Certo
vi sono parti della MIR vecchie di oltre 10 anni ma è anche vero
che alcuni moduli, come il PRIRODA sono molto giovani; si fatica quindi
a capire perchè dovrebbero essere distrutti quando si trovano già
in orbita e potrebbero, anche solo temporaneamente, integrarsi con la nuova
struttura della ISS rendendo immediatamente disponibile spazio ed energia
elettrica per lo svolgimento di esperimenti in orbita, invece di essere
inutilmente distrutti in atmosfera in un rientro controllato (si fa per
dire!!). Infine le vecchie strutture potrebbero essere trasformate in laboratori
automatici non abitati e funzionare per parecchi anni ancora.