GAT - Gruppo Astronomico Tradatese
Allegato alla Lettera N°79

ASTRONAUTICA NEWS

A cura di Piermario Ardizio

Un buon inizio d'anno per la NASA che ha visto decollare felicemente la Mars Polar Lander lo scorso 3 gennaio dal complesso di lancio 17 della Cape Canaveral Air Force Station in Florida. Non altrettanto devono dire invece i controllori delle missioni in volo. La sonda Near ha fallito l'aggancio orbitale con Eros per il prematuro spegnimento del motore a razzo che avrebbe dovuto, con la sua accensione, frenare la sonda per permetterle di inserirsi in orbita attorno all'asteroide. Problemi anche per i controllori della sonda Cassini che si è posta in SAFE MODE dopo aver perso l'orientamento: fortunatamente  il problema si è presto risolto restituendo alla sonda la sua ottima salute. Ed eccci alla  Deep Space 1.  La navicella  ha un motore a ioni (pesante 48Kg) che usa come combustibile 81,5 Kg di xenon, un gas facilmente ionizzabile e con poche controindicazioni rispetto ad altri elementi utilizzabili per tale scopo, come il mercurio o il cesio. Le modifiche alla velocita' della sonda (che pesa 485 Kg) sono conferite dalla sua spinta lenta ma costante. Alcuni problemi iniziali che hanno visto implicato dapprima il sistema di orientamento, poi il sistema di spiegamento dei pannelli solari che si riattivava improvvisamente, quindi lo spegnimento automatico del motore a ioni a causa di impurità presenti,  avevano fatto nascere qualche dubbio sulla riuscita della missione; poi pero', grazie ad una riuscita prolungata accensione del motore , la sonda si e' messa sulla giusta rotta per passare (alla velocita' di 15 Km\sec)  a soli 10 Km dall'asteroide 1992KD il prossimo luglio. L'incontro servirà a collaudare il sistema automatico di navigazione e se tutto andrà bene la missione sarà estesa per due anni (fino al dicembre 2001) consentendole di incontrare due comete: la Wilson-Harrington nel gennaio 2001 e la Borrely nel settembre 2001.Un'altra nota caratteristica riguarda i costi della missione che vedono i complessivi 152 milioni di $ così ripartiti: 94,8 sono stati spesi per lo sviluppo della sonda, 43,5 per il lanciatore (un Delta II, modello 7326), 10,3 milioni per la fase operativa,  3,7 per quella scientifica. L'eventuale estensione della missione avrebbe bisogno di 15 milioni di $.  Bisogna aggiungere ai costi sopra citati i 38 milioni di $ spesi per lo sviluppo del motore a ioni. Nel 30esimo anniversario del primo sbarco sulla Luna (tale ricorrenza cadrà il prossimo 21 luglio) il Giappone sta sviluppando due missioni automatiche che hanno il nostro satellite naturale come obiettivo e saranno chiamate rispettivamente Lunar-A e Selene. Lunar-A è una navicella del costo di 80 milioni di $ che dovrebbe partire il prossimo mese di agosto, con a bordo due sonde che si conficcheranno nel suolo lunare, una vicino al punto di atterraggio di Apollo 14 e l'altra vicino ad un cratere sul lato nascosto del nostro satellite, diventando la prima sonda a posare dei sensori sulla superficie lunare, dopo la missione sovietica Luna 24 allunata nell'ormai lontano 1976. Lunar-A doveva partire nel 1996, ma alcuni problemi con i 3 penetratori hanno spostato il lancio di due anni. Poi, il ritardo e' salito a 3 anni  quando i tecnici di volo si sono accorti che in base al nuovo calendario di volo, la sonda non avrebbe avuto sufficiente energia durante i prolungati periodi di eclissi ; da qui la necessità di sostituire uno dei penetratori con una batteria pesante 15Kg. Il lancio è attualmente previsto per il 20 agosto con un vettore tipo M5 che la immetterà su un'orbita inizialmente molto ellittica.  L'orbita si abbassera' successivamente prima a 200Km e poi (nel febbraio 2000) a soli 40 Km: sarà a questo punto che verranno sparati i penetratori al cui interno trova posto un sismografo 5 volte più sensibile di quelli delle missioni Apollo e vari sensori di temperatura. Colpiranno la superficie lunare a 285 m/sec, con il loro peso di 13Kg (per meta' costituito da strumenti) e sprofonderanno per 1-3m, sperimentando una forza di impatto di circa 10.000G. Selene (Selenological and Engineering Explorer) sarà lanciata con un vettore H2-A e sarà composta da un orbiter principale con a bordo 13 strumenti, da un orbiter  secondario pesante soli 40 Kg usato come radiofaro per effettuare studi gravitometrici ed da un lander delle dimensioni di una scrivania.
Qualche curiosità sulla Stazione Spaziale. Dopo il successo delle due missioni che hanno siglato il passaggio alla Fase 2 di questo sofferto progetto, si è  saputo che la progettazione di Zarya ha preso spunto dall'esperienza maturata con la MIR, in particolare 22 tra sottosistemi e infrastrutture di bordo derivano dal progetto del modulo Kristall, altri 8 dal modulo Kvant 2. Zarya, noto in passato come il modulo FGB, provvederà a fornire energia elettrica e i sistemi computerizzati, nella prima fase di assemblaggio della Stazione; esso integra anche la capacità propulsiva avendo sul suo esterno ben 16 serbatoi di propellente con 6t di idrazina e tetrossido di azoto protetti con apposite schermature (pesanti complessivamente 1200Kg), che devono alimentare i 42 motori del sistema di manovra. Tale sistema si avvale di 2 motori principali da 416Kg di spinta, 24 secondari da 40Kg e 16 Vernier da 1,3Kg. Il lancio dello scorso 20 novembre è stato affidato ad un Proton (SL13) alto 59m che ha registrato 3 fallimenti in 27 lanci ed è dal 1987 che non sbaglia un colpo. I suoi 6 motori tipo RD-253 hanno fornito le 910t di spinta al decollo, per portare il modulo sull'orbita iniziale di 343x180Km con inclinazione di 51,6°. Qui Zarya dischiudeva i pannelli solari e le antenne, poi durante un test sui motori orbitali sollevava l'orbita prima  a 343x282 e poi, dopo un controllo sull'avionica, a 372x297 per essere poi circolarizzata a 432Km. A questo punto non restava che attendere l'arrivo dello Space Shuttle che, puntualmente, ai primi di Dicembre '98, ha aggiunto  il nodo Unity,:la stazione può sopravvivere in queste condizioni per 500 giorni e operare anche con un solo pannello solare. I prossimi cosmonauti in partenza per la MIR potrebbero avere un compito ingrato: distruggerla. L'agenzia spaziale russa ha infatti recentemente comunicato che gli sforzi, per trovare investitori privati che permettano all'avamposto spaziale di continuare ad operare, stanno fallendo. Cosi' il prossimo 20 febbraio potrebbe essere il 13° ed ultimo compleanno della storica Stazione Orbitante. Unica speranza il fatto che il Primo Ministro russo ha acconsentito a tenere la Stazione in orbita fino al 2002 a patto che entro il 30 aprile prossimo si trovi un investitore privato che paghi il conto (variabile tra 170 e 250 milioni di $). I cinesi hanno annunciato di voler far volare un loro astronauta entro il 1° ottobre prossimo, ma forse non sulla MIR : e' vero infatti  che alcuni piloti cinesi avevano seguito la preparazione a "Città delle Stelle" appena fuori Mosca molto tempo fa, ma poi, di quella esperienza non venne piu' proseguita. Il 20 febbraio tre cosmonauti: un russo, un francese e uno slovacco raggiungeranno la "vecchia MIR" : poi, mentre l'astronauta slovacco tornerà a terra in marzo con l'attuale comandante, gli altri 3 resteranno a bordo fino alla "fine" con l'ingrato compito di distruggerla. Sono già noti i dettagli dell'operazione che si svolgerà nel modo seguente: una coppia di navicelle Progress saranno usate per ridurre gradualmente l'altezza dell'orbita fino a circa 180Km ; a questo punto  uno speciale Progress opportunamente modificato per contenere il doppio del combustibile  si aggancerà alla MIR. Mentre i cosmonauti dovranno spegnere la maggior parte dei sistemi di bordo prima di abbandonare la MIR e tornare a casa con la loro  Soyuz,  i controllori a terra comanderanno al progress di attivare i suoi potenti motori per trascinare la gloriosa stazione spaziale MIR in un violento e distruttivo rientro atmosferico. Dal 20 febbraio 1986 la MIR ha percorso 7ben 4000 orbite attorno alla Terra ed ha ospitato, per priodi piu' o meno lunghi, 60 uomini. In effetti nessuno sta particolarmente insistendo perchè la fine della MIR  venga affrettata; l'unico dubbio in occidente è l'impossibilità dei russi di costruire sufficienti razzi per rifornire sia la nuova ISS che la vecchia MIR. Ma, ma come saggiamente dicono i cosmonauti russi, "bisogna aspettare a buttare un paio di scarpe vecchie almeno fino a quando non se ne ha un paio nuove", e la nuova Stazione Spaziale Internazionale   non è ancora pronta ad ospitare esseri umani. I russi hanno annunciato che il nuovo modulo per la ISS non sarà pronto prima di settembre, pertanto si dovrà procedere ad una revisione del programma di assemblaggio e conseguentemente anche dei voli Shuttle. Discovery raggiungera' la ISS il 20 maggio, seguito il 9 luglio dal Columbia che lancerà il ChandraX-Ray Observatory. Poi, il 16 Settembre, sara' la volta di Endeavour che  partirà per una missione di telerilevamento, basata sulla realizzazione di una mappa radar della Terra. Le missioni successive dipenderanno dal lancio dell'atteso modulo russo della ISS. Concludiamo con i risultati delle inchieste sui disastri dei vettori dello scorso mese di agosto.  Abbiamo gia' parlato in passato del disastro del Delta III (pesa al decollo 301t e la spinta dei suoi motori è di 454t), ma e' curioso rilevare l'analogia con l'incidente dell'Ariane V, con il quale ha condiviso l'errore di aver voluto trasformare il volo d'esordio in uno commerciale con a bordo satelliti costosi. La similitudine pero' finisce qui. A differenza di Ariane V il cui software modificato conteneva alcuni "dead code" applicabili solo alla piattaforma inerziale dell'Ariane IV, DELTA III  per correggere via software  un tremito apparso dopo  aver bucato il muro del suono (T+ 44 sec) in pochi secondi esauriva il combustibile disponibile, rendendo il razzo ingovernabile e provocadone l'esplosione   a mach 2,5 e ad una quota di 18,3Km. Per cotro, la causa del più costoso incidente spaziale senza uomini a bordo  che ha visto un Titan IV esplodere dopo 41 sec di volo è da ricercare in una anomalia nell'impianto elettrico. Un breve cortocircuito ha spento e riacceso il sistema di guida del veicolo ; i conseguenti comandi errati giunti ai Booster laterali hanno fatto virare bruscamente il veicolo spezzandolo e facendo intervenire il sistema di autodistruzione quando il razzo era prossimo al muro del suono ad una altezza di 5,2Km. Lo scorso 7 febbraio è felicemente decollata la sonda STARDUST, buon viaggio.
 


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