Iniziamo con una notizia che ci arriva da Marte (visto che di recente,
dalla Terra, non ne arrivano di molto buone), dove la Mars Global Surveyor,
lo scorso 28 marzo, ha dispiegato la sua antenna ad alto guadagno, rimasta
a riposo per alcune settimane (dopo il completamento della fase di aereofrenatura),
in quanto si temeva che tale operazione avrebbe potuto causare la perdita
di assetto della sonda, mettendo in pericolo la fase successiva della missione.
Si è preferito, iniziare una sessione di mappatura del pianeta prima
del suo dispiegamento, affidando la trasmissione dati all'antenna a basso
guadagno, per cautelarsi contro un possibile malfunzionamento della sonda
in conseguenza del dispiegamento dell'antenna principale. Purtroppo la
sera del 15 aprile, una brutta sorpresa attendeva i tecnici, infatti un
cardine dell'antenna si bloccava impedendole di completare il puntamento
verso il nostro pianeta e costringendo la sonda a mettersi in "Contingency
Mode" (ovvero una situazione intermedia rispetto al Safe Mode), sintomo
di anomalie a bordo non particolarmente serie. L'antenna è montata
su un braccio estensibile e due cardini le permettono di muoversi lateralmente
e dall'alto in basso, quest'ultimo è quello risultato difettoso.
Il problema non pregiudica la missione, ma certamente la renderà
più macchinosa se non verrà risolto. Infatti tale sistema
serve alla sonda, durante la sessione di trasmissione dei dati, per mantenere
il puntamento della Terra senza dover interrompere le osservazioni (i dati
vengono registrati 24 ore al giorno su un registratore a stato solido e
riversati a terra una volta al giorno, durante il passaggio sopra le antenne
DSN della NASA). Sono stati condotti una serie di test i cui risultati
hanno evidenziato la presenza di "qualcosa" che blocca il movimento del
cardine in una direzione, al momento non è nota la natura dell'ostacolo;
ovviamente si sta lavorando attentamente attorno al problema per chiarirne
le cause e trovare una soluzione. La missione continuerà fino alla
primavera del 2001 e la sonda verrà successivamente usata come ripetitore
per le altre che arriveranno su Marte, il costo stimato fino al 2004 è
di 273 milioni di $. Sembra terminata anche la lunga odissea della sonda
SOHO che è stata resuscitata per la seconda volta, infatti
lo scorso 21 dicembre la sonda si metteva in Safe Mode (detto, nel caso
della Soho, Emergency Sun Reacquisition Mode), quando l'ultimo dei suoi
3 giroscopi si guastava, lasciandola senza il sistema principale di orientamento,
così per mantenere il puntamento verso il sole doveva continuamente
attivare i motori di assetto consumando rapidamente il combustibile rimasto
a bordo. Proprio per evitare di esaurirlo rapidamente gli ingegneri hanno
elaborato un software speciale che consente alla sonda di lavorare, senza
i giroscopi. Così, dallo scorso 2 febbraio, per la prima volta una
sonda dotata di giroscopi opera nello spazio ignorandoli completamente,
è lecito a questo punto con la sonda in piena attività attendersi
nuove ed incredibili scoperte sull'attività della nostra stella.
Si sta cercando di ridurre i costi dei satelliti aumentandone la vita operativa
grazie alle nuove tecnologie di cui si è dotato il settore
spaziale come ad esempio: i processori che governano l'attività
a bordo, i sistemi di propulsione e di controllo di assetto, le antenne
e le celle solari. I processori sono diventati più piccoli, ma più
potenti e consumano meno energia dei loro predecessori, mentre quelli dedicati
alla ricarica delle batterie sono in grado di svolgere il loro compito
in modo più efficace a tutto vantaggio della maggior potenza disponibile.
Anche i motori sono diventati più leggeri e più efficienti
un esempio ci viene dal motore a ioni imbarcato sulla Deep Space 1, tale
sistema è già a bordo di alcuni satelliti commerciali la
cui sperimentazione dura da almeno 3 anni, con ottimi risultati operativi.
Un tradizionale motore chimico emette particelle a circa 3.000m/sec, mentre
un motore a ioni imprime ai gas di scarico una velocità di ben 30.000m/sec,
un tale motore richiede quindi solo il 10% del combustibile che servirebbe
ad uno a propulsione chimica, questo consente di ridurre il peso al lancio
di circa 400Kg (lanciare 1Kg costa all'incirca 30.000$, è evidente
quindi il notevole risparmio economico). Anche i sistemi per il controllo
di assetto sono soggetti a notevoli metamorfosi, soprattutto per quanto
riguarda i sensori che sono diventati più precisi e affidabili,
riducendo il numero di parti che li compongono ed eliminando o ridisegnando
quelle in movimento, legate ai sistemi giroscopici. Le antenne sono
diventate più leggere e spesso vengono integrate con il sistema
di amplificazione, mentre è stato migliorato il sistema di puntamento.
Anche le celle solari hanno aumentato la loro efficienza passando dal 12%
al 24% di energia solare convertita direttamente in potenza e resa quindi
disponibile a bordo del satellite, con l'obiettivo di arrivare, in un futuro
prossimo, ad un rendimento del 40%, riducendo così notevolmente
pesi e dimensioni dei pannelli solari a bordo di sonde e satelliti. Un
ritorno al passato vede rispolverare una camera sotto vuoto utilizzata
per il collaudo delle capsule Apollo che, dopo opportune modifiche, verrà
utilizzata per il collaudo di alcune strutture della ISS, la tanto
sofferta Stazione Spaziale Internazionale che sarà raggiunta
il prossimo 20 maggio dallo Shuttle Discovery per completare e rifornire
i due moduli attualmente in orbita. Questi saranno raggiunti in autunno
dal Modulo di Servizio e secondo i nuovi piani, la struttura verrà
raggiunta da un equipaggio il mese successivo, cosa che ci auguriamo vivamente,
visti i ritardi a cui è andato incontro questo sofferto progetto.
Forse il passato riaffiorerà anche dall'oceano, pare infatti che
dopo 38 anni trascorsi sul fondo in compagnia dei pesci la Liberty Bell,
la capsula che portò Gus Grissom in orbita e poi di nuovo a terra,
venga ripescata dal fondo dell'oceano dove si trova a circa 5000m di profondità
(1000 m ancora più bassa del famoso Titanic). Il suo recupero potrà
chiarire anche le cause che portarono al suo affondamento visto che Grissom
continuò a ripetere fino alla sua morte (occorsa nel tragico incidente
di Apollo 1 nel 1967) di non aver commesso nessun errore operativo. Un
problema previsto da tempo si è verificato lo scorso 20 aprile a
bordo dell'Hubble Space Telescope: un altro dei suoi giroscopi ha
terminato di funzionare, ne restano soltanto 3 funzionanti, purtroppo il
minimo indispensabilre, quindi se uno si dovesse guastare il telescopio
dovrebbe interrompere le osservazioni e mettersi nel famigerato "Safe Mode".
Questa è proprio la situazione che i tecnici vorrebbero evitare,
per questo è allo studio una missione di riparazione anticipata
che dovrebbe risolvere il problema, purtroppo i ritardi nel lancio sia
dei moduli per la ISS che quello del satellite AXAF, ora rinominato Chandra
Observatory, stanno mettendo in crisi la pianificazione dei lanci Shuttle
per i prossimi mesi. La sonda WIRE (Wide-Field Infrared Explorer),
lanciata da un vettore Pegasus lo scorso 4 marzo, verrà usata come
banco di prova per sperimentare sistemi avanzati per il controllo di assetto,
un modo elegante per dire che il satellite non potrà svolgere la
sua missione che avrebbe dovuto determinare se la vita è presente
da qualche parte nel cosmo, studiando come si formano le stelle, i pianeti
e le galassie. Infatti tutto l'idrogeno liquido a bordo, che doveva raffreddare
il telescopio infrarosso, si è perso nello spazio trasformando il
piccolo satellite in una trottola che i tecnici sono riusciti a stabilizzare
con molta fatica, ma inutilmente dato l'esaurimento del prezioso liquido
refrigerante. La sonda giapponese NOZOMI completerà la sua
missione marziana con 4 anni di ritardo, lanciata il 4 luglio 1998 si pensava
di farle raggiungere il pianeta Marte l'11 ottobre 1999 per iniziare un
periodo di osservazione atmosferica di due anni. Tale piano è stato
cambiato in conseguenza della disavventura occorsa lo scorso 20 dicembre,
durante il Gravity Assist con la Terra che avrebbe dovuto lanciarla verso
Marte. Purtroppo una delle 3 valvole del sistema di propulsione si bloccava
quando era solo parzialmente aperta impedendo così alla sonda di
raggiungere la necessaria velocità per il corretto inserimento sulla
traiettoria marziana, si è così resa necessaria una seconda
accensione dei motori che è andata a buon fine, ma il consumo di
combustibile è stato tale da non lasciarne abbastanza a bordo per
le necessarie manovre di frenatura una volta raggiunto il pianeta rosso.
Dopo estenuanti calcoli si è potuto determinare che con l'incontro
del 2003 il combustibile di bordo sarà sufficiente a garantire il
corretto inserimento in orbita marziana, i tecnici giapponesi sono ottimisti
sulla resistenza della sonda che secondo loro dovrebbe sopravvivere al
prolungamento della missione, non ci resta che sperare ...e aspettare.