GAT - Gruppo Astronomico Tradatese
Allegato alla Lettera N°86
ASTRONAUTICA NEWS
A cura di Piermario Ardizio

Mentre scriviamo (30 dicembre.2000) stiamo seguendo con ansia le immagini mozzafiato inviate dalla sonda Cassini durante il flyby con Giove che la lancerà nel 2004 verso Saturno. Si spera in una completa soluzione di qualche problema nei movimenti della camera e nelle comunicazione con il Probe Huygens. Ne parleremo a suo tempo.
Per quanto non si tratti di una novità, certamente anche noi non possiamo astenerci dal soffiare nelle trombe di coloro che vorrebbero veder partire al più presto (possibilmente nel 2004) la missione Pluto Kuiper Express (PKE), con destinazione l'ultimo dei pianeti (Plutone), che a tutt'oggi risulta non ancora esplorato. Gli scienziati sperano di poterla lanciare il 18 dicembre 2004, per sfruttare al meglio l'opportunità offerta da un favorevole allineamento dei pianeti, che permetterebbe un gravity assist da parte di Giove, tale da ridurre notevolmente i tempi di crociera: in questo modo, infatti, la PKE potrebbe infatti incontrare Plutone il 24 dicembre 2012. Questa sarebbe la situazione ottimale per poter studiare la sua debole atmosfera. Di questa atmosfera si sa molto poco ma almeno una cosa è certa: dopo il 2020, con l'allontanamento di Plutone dal perielio, i gas atmosferici si congeleranno totalmente per i successivi 200 anni. A questo punto se è facile intuire i motivi che spingono molti planetologi a volere un lancio al più presto, meno facile è capire i motivi che vorrebbero un rinvio a tempo... indeterminato. Uno di questi è liberare risorse ed energie per l'altrettanto attesa missione ad Europa (il cui scopo è la ricerca di forme di vita primordiali nell'ipotetico oceano liquido, posto sotto la crosta ghiacciata del secondo satellite galileiano di Giove). Questi dati, a detta di molti, dovrebbero arrivare prima dell'incontro tra la PKE e il sistema di Plutone-Caronte, dato il loro estremo interesse scientifico. Ora, tenendo conto dei tempi di crociera delle due missioni (ci vogliono non meno di 8 anni alla PKE per raggiungere Plutone, ammesso di lanciare entro il 2006, contro i due necessari ad una eventuale missione ad Europa), è facile capire come lanciando la PKE nel 2004 e successivamente la sonda verso Europa, quest'ultima arriverà comunque prima del 2012, ovvero quando la PKE incontrerà (nel caso migliore) il lontano e misterioso Plutone. Più reale sembra invece essere il problema legato al tipo di lanciatore da usare. Iinizialmente si era orientati verso un Delta 4 (primo volo atteso verso la fine del 2001): Il problema, però, è che, prima del 2004, dovrebbe aver compiuto almeno 14 lanci con successo, per poter essere abilitato al lancio di satelliti (come la PKE) con generatori nucleari a bordo. Un ultimo importante neo della PKE è rappresentato dai costi, che sono passati dagli iniziali 350 milioni di $ ai circa 500 milioni fissati dalle ultime stime. Rivediamo brevemente quali sono le caratteristiche della sonda e gli obiettivi della missione: la sonda usa un'antenna di due metri per le comunicazioni, viene alimentata da un generatore a radioisotopi e dispone di quattro strumenti per raggiungere i suoi obiettivi scientifici fondamentali (incentrati sulla volontà di svelare alcuni dei segreti della periferia del Nostro Sistema Solare).
Il primo strumento è un sistema di ripresa con camera CCD da 1024x1024pixel dotata di quattro filtri nella banda visibile per meglio studiare la geologia e la morfologia superficiale. Un secondo strumento che condivide con la camera CCD il telescopio da 75 mm, è uno spettrometro infrarosso, mentre uno spettrometro UV per lo studio dell'alta atmosfera del nostro "Lontano Vicino" è il terzo strumento in dotazione. Il quarto ed ultimo strumento è un sistema a radiofrequenza, incorporato nell'antenna principale, per studiare la bassa atmosfera di Plutone. Gli scopi scientifici spaziano dalla caratterizzazione della superficie del pianeta (geologia, morfologia, composizione, etc...) ai rilevamenti sulla sua atmosfera(sempre che la navicella salpi in tempo utile per trovarla ancora intatta e non congelata per i successivi 200 anni); inoltre si vorrebbe esplorare la fascia di Kuiper, almeno nella sua parte più interna (in fondo riportiamo l'indirizzo internet a cui fare riferimento per inviare eventuali vostri commenti a favore della PKE per farla salpare al più presto). Fortunatamente, mentre scriviamo queste note, arrivano notizie rassicuranti dalla NASA: la mobilitazione di scienziati di mezzo mondo ha infatti convinto l'Ente Spaziale Americano a reinserire la PKE tra le sue missioni prioritarie.
La decisione sulla data di rientro in atmosfera della stazione spaziale MIR è stata affidata il 7 dicembre alle autorità politiche russe; per il momento pare di capire che tutti vogliono il rientro, ma nessuno si vuole assumere la responsabilità di dare quell'ordine.... La volontà di vedere la MIR disintegrarsi sopra le nostre teste suona sempre più come una volontà politica e non come una necessità tecnica, tanto è vero che, di recente, la Stazione orbitante russa è stata rifornita e posizionata su di un'orbita più alta per prevenire un rientro incontrollato. Le voci sulla sua inutilità sono sempre presenti, ma sembrano basate più sulla paura che la Russia, non potendo mantenere più di una Stazione Spaziale, possa venir meno ai suoi obblighi verso la ISS. In effetti tutti i dati disponibili lasciano intendere che le condizioni della MIR siano ottime, tali da permetterle di operare nello spazio ancora per molti anni. Molte sono le tecnologie d'avanguardia sperimentate grazie ad essa: una di queste è la propulsione ionica che potrebbe aiutarla a modificare il piano orbitale per portarsi sulla stessa orbita della ISS. Condividere l'orbita a giudizio di molti potrebbe essere pericoloso, ma una volta parcheggiata ad una adeguata distanza di sicurezza, potrebbe invece diventare un utile supporto sia per la ISS che per l'attività spaziale in genere: dall'industrializzazione dello spazio al monitoraggio della ISS. Tra l'altro la MIR potrebbe diventare un utile avamposto di salvataggio in caso di emergenza, da usare anche come magazzino al servizio della stessa ISS, riducendo il numero di voli per i rifornimenti, visto che un singolo volo dello Shuttle potrebbe tranquillamente rifornire entrambe senza problemi. Vi sono naturalmente anche altre opzioni come ad esempio usarla in modo automatico all'interno delle fasce di van Hallen per studiare gli effetti di tali radiazioni sia sugli apparati che sugli uomini, oltre naturalmente ad approfondire la conoscenza sulla struttura e la natura di queste pericolose zone che circondano il nostro pianeta. Un ultima ipotesi la vede raggiungere l'orbita lunare e diventare il primo avamposto dell'uomo attorno al nostro satellite naturale. Una stazione orbitante lunare che potrebbe aiutarci a studiare la luna, riaprendo quella via chiusa subito dopo il successo delle missioni Apollo. Una volta terminato il suo compito potrebbe essere posizionata nel punto lagrangiano L1, e lì per rimanere indisturbata per molto tempo.
Il 2000 sarà ricordato come l'anno in cui il genere umano ha iniziato ad avere una presenza stabile nello spazio, lontano dalla Terra. Lo scorso 2 novembre tre astronauti: Shepherd, Gidzenko, Krikalev sono diventati il primo equipaggio ad abitare la tanto attesa e controversa Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Gli ultimi sei mesi del 2000 sono stati cruciali per questo sofferto progetto, da quando il 12 luglio da Baikonur decollava a bordo di un Proton russo il modulo Zvezda che dotava la stazione orbitante di un sistema di controllo e manovra orbitale, oltre che di un ambiente a misura d'uomo per i suoi primi occupanti (per questo la scorsa estate un equipaggio Shuttle attraccava per preparare la Stazione ad accoglieli). Il 16 novembre un Progress russo portava i primi rifornimenti, mentre il 30 novembre decollava la quinta ed ultima missione Shuttle del 2000,con a bordo i più grandi pannelli solari (72m) mai realizzati da collegare alla ISS. Per il Gennaio 2001 è in programma l'attracco del modulo Destiny; prima, però, sarà però necessario effettuare alcune verifiche in quanto, durante il lanciodello Shuttle del 30 novembre, alcuni bulloni esplosivi che dovevano separare i due booster a combustibile solido (SRB) dall'External Tank, non hanno funzionato come previsto mettendo a rischio la manovra di distacco. Nel frattempo la NASA ha ordinato, per l'Otobre 2006, 35 nuovi Super LightweightExternal Tank (ben 3400Kg più leggeri dei loro predecessori), con un contratto del valore di 1.15miliardi di $ stipulato con la Locked Martin Space Systems.
BUON 2001 A TUTTI!
 
 


Torna alla Homepage

Webmaster: Lorenzo Comolli - Servizio di hosting fornito da
Copyright ©1996-2006 GAT Gruppo Astronomico Tradatese