GAT - Gruppo Astronomico Tradatese
Allegato alla Lettera N°87
ASTRONAUTICA NEWS
A cura di Piermario Ardizio

Finalmente lo scorso 8 febbraio, poco dopo la mezzanotte (ora italiana) un rombo di tuono disturbava la pennichella dei coccodrilli della Merrit Island. Dal complesso di lancio 39 decollava infatti lo Shuttle Atlantis per la missione STS 98, il cui compito era di consegnare un pacco da 1,38 miliardi di $ alla Stazione Spaziale Internazionale. Aveva con sè il modulo Destiny, ovvero il più grande laboratorio spaziale mai realizzato prima, dotato anche di un grande oblò da cui poter osservare il nostro pianeta, dandone una visione mozzafiato. Ovviamente lo scopo del laboratorio non è quello di osservatorio previlegiato del nostro Pianeta ma quello di sito orbitale per importanti esperimenti scientifici. Bisogna però ricordare che ci vorrà qualche tempo affinchè diventi operativo: per il momento quindi si limita ad aumentare l'area abitabile della stazione spaziale del 40% rendendo la ISS il più grande complesso orbitante mai assemblato dall'uomo nello spazio. Questo lancio è stato molto sofferto. Avrebbe infatti dovuto partire a metà gennaio, ma la necessità di ispezionare i cavi presenti sui Booster laterali a combustibile solido ne hanno posticipato la partenza di alcune settimane. Gli astronauti hanno utilizzato le necessarie EVA per assemblare la struttura ed integrare Destiny con il resto della stazione, celebrando tra l'altro la 100° EVA (Extra Vehicular Activity, meglio nota in italiano come passeggiata spaziale) degli astronauti americani. Questo, però, è solo l'inizio in quanto per completare l'assemblaggio della ISS sono previste ben 168 EVA, di cui 22 pianificate dalla NASA per quest'anno (la fine dell'assemblaggio è previsto per il 2006, con un costo complessivo che potrebbe oscillare tra i 60 e i 95 miliardi di $). Il rientro di Atlantis inizialmente previsto per le 19:39 del 18 febbraio veniva rinviato per il maltempo; nel frattempo a Terra si stava già preparando la partenza della successiva missione che vedrà come protagonista lo Shuttle Discovery e il modulo Leonardo realizzato dall'Italia. Attualmente la partenza è prevista alle 12:45 dell'8 Marzo dalla rampa 39B del Kennedy Space Center (altri 2 lanci sono già pianificati per il 19 aprile e l'8 giugno). Dopo che l 'Atlantis avrà raggiunto la stazione, il modulo riutilizzabile Leonardo verrà prima collegato, poi scaricato e dopo di nuovo scollegato, per essere riportato a Terra nel vano di carico dello Shuttle. Il fatto è che LEONARDO fa parte di una serie di moduli adibiti a cargo, costruiti in seguito ad un accordo USA-Italia, che faranno la spola tra la stazione spaziale e la Terra per portare e riprendere materiali e esperimenti. A bordo di Atlantis vi sarà anche la seconda squadra che abiterà la stazione spaziale per i prossimi mesi dando il cambio a Shepherd, Gidzenko, Krikalev, ormai lassù dallo scorso 2 Novembre. I nuovi occupanti sono: Uri Usachev, James Voss e Susan Helms.

Sembra proprio che il destino della MIR sia segnato e così il vecchio e glorioso avamposto spaziale dovrebbe rientrare in modo distruttivo nell'atmosfera terrestre verso la metà di marzo. I russi a tal proposito hanno già richiesto assistenza, sia all'ESA che alla NASA, per seguire la parte più pericolosa dell'operazione. L'area di impatto prevista per eventuali pezzi che dovessero raggiungere la superficie e tutt'altro che trascurabile: misura infatti 6.000 x 200Km. Sicuramente è triste vedere la vecchia MIR distruggersi in un fiero rientro atmosferico. Sappiamo benissimo infatti che ci vorrà qualche anno prima che la nuova ISS possa diventare operativa, tempo che a bordo della MIR poteva essere usato per compiere molti esperimenti che ora dovranno attendere il loro turno sulla ISS.

Vi stupirà adesso sentirvi descrivere il grande successo conseguito dalla sonda NEAR (Near Earth Asteroid Rendezvous) con una punta di malinconia... Ci tocca infatti raccontare la fine di una missione storica che abbiamo salutato alla partenza in quel ventoso 17 febbraio 1996, quando un Delta 2 con la sonda si sollevava in un turbine di fuoco e fiamme sopra il complesso di lancio 17 della Cape Canaveral Air Force Station. Quanti ricordi accompagnano quell'evento! Dal rinvio del giorno precedente per il troppo vento (allora ci avevano fermato gli addetti alla sicurezza), alla soddisfazione del giorno seguente quando lo stesso ufficiale indicava la strada da seguire per arrivare alla postazione di osservazione. Man mano che ci avvicinavamo si udivano sempre più distintamentele voci degli addetti al lancio, diffuse dagli altoparlanti, che procedevano al delicato conto alla rovescia. Tutto è filato via liscio fino al fatidico 3,2,1...lift-off: a quel punto vedemmo il razzo scomparire in una nuvola di fumo, in un silenzio quasi irreale rotto solo dagli applausi, che dopo una manciata di secondi venivano soffocati dal rumore del razzo al decollo: la scia di fuoco si stagliava ormai su un cielo così blu da sembrare irreale per quelle latitudini. Il fumo tracciava una traiettoria quasi verticale sopra le nostre teste, poi in uno spettacolo mozzafiato, si vedevano separarsi i bianchissimi booster laterali, che precipitavano verso il mare in caduta libera. Intanto il razzo piegava la sua traiettoria per seguire il profilo della terra ed inserire la sonda in quell'orbita che l'avrebbe portata prima ad incontrare l'asteroide Mathilde e poi al secondo tentativo (il primo falliva per l'anticipato spegnimento del motore di bordo, in seguito ad una cattiva interpretazione delle vibrazioni indotte dal motore stesso) ad inserirsi attorno all'asteroide Eros (era il 14 febbraio 2000, il giorno di S. Valentino). Da allora la NEAR ha inviato 160.000 immagini dell'asteroide e 11 milioni di dati sulle sue caratteristiche fisiche. La missione costata 223 milioni di $ non finisce di stupire. Infatti, per quanto la sonda non sia stata costruita per atterrare su di un asteroide, è proprio quella che la NEAR è riuscita a fare lo scorso 12 febbraio. Dopo l'atterraggio essa ha continuato a trasmettere dati dalla superficie dell'asteroide. All'inizio si era pensato di farla decollare nuovamente, ma il combustibile rimasto (pochi Kg) sconsigliava l'operazione. Si è allora preferito pensare ad un'estensione della missione di 10 giorni onde produrre nuovi dati con gli strumenti di bordo, in particolare con gli analizzatori di raggi X e gamma.
Attendiamo con ansia i risultati che, comunque, presenteremo.il prossimo 5 marzo in una apposita conferenza a Tradate.
 


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