19 Aprile 2006
COMUNICATO STAMPA DEL GRUPPO ASTRONOMICO TRADATESE
IL GAT RIEVOCA IL TERREMOTO DI SAN FRANCISCO


Esattamente 100 anni fa tutto il mondo guardò attonito ad un’immane tragedia: la distruzione, per colpa di un terremoto impressionate, di San Francisco, forse la più bella città degli Stati Uniti. Era il 18 Aprile 1906, ore 5,12 della mattina: 25 secondi dopo una prima debole scossa di avvertimento, la terra iniziò a tremare con inaudita violenza per un tempo ‘infinito’ di quasi 60 secondi. Il GAT, Gruppo Astronomico Tradatese non poteva certo trascurare la ricorrenza di questa immane tragedia. Ecco quindi spiegata l’ iniziativa programmata per Lunedì 24 Aprile a Villa Truffini, sul tema: TERREMOTO!. La serata sarà condotta dal dott. Giuseppe Palumbo che sfrutterà la sua nota competenza nella storia della scienza e della cinematografia, per presentare sequenze filmate di grande presa emotiva, nelle quali tutti i presenti potranno immediatamente percepire cosa sia un grande terremoto e, soprattutto, cosa sia stato il terremoto di San Francisco del 1906, forse il più tristemente famoso della storia. Le stime moderne parlano di un terremoto di magnitudine Richter vicino a 8 (simile al terremoto indonesiano di due anni fa). Crollarono quasi tutte le abitazioni, le condutture del gas al di sotto delle strade vennero divelte e, in pochi minuti, un immane incendio prese a distruggere anche quel poco che era rimasto. Le vittime furono a migliaia ma, e bene dirlo, un sisma IMPROVVISO di queste proporzioni sarebbe al giorno d’oggi ancora più catastrofico, dato l’enorme incremento urbanistico degli ultimi decenni. Un evento che, secondo le conoscenze attuali, non è solo possibile, ma addirittura altamente probabile: per esempio, uno studio pubblicato nel 2003 dalla USGS (US Geological Survey) stima che ci sia almeno il 65% di probabilità che il dramma del 1906 si ripeta entro una trentina d’anni. Il fatto che i geologi moderni abbiano questa sicurezza è legato alla scoperta del ‘colpevole’ del terremoto di San Francisco dell ‘ Aprile 1906: si tratta della famosa fascia di San Andreas, una cicatrice di un migliaio di km (in parte a cielo aperto, in parte in mare) che collega la penisola di California con il continente americano e che deriva dalla collisione dinamica tra la placca tettonica del Pacifico e la placca che trasporta il Nord-America. Per un’incredibile coincidenza San francisco si trova proprio al di sopra della faglia di San Andreas, quindi ne subisce continuamente gli eventi evolutivi (ma quando venne costruita nel XIX secolo nessuno poteva sapere queste cose). Il fatto è che i due lembi della faglia sono sempre in lento (pochi mm all’ anno) e costante slittamento reciproco. Accade però che, a volte, questo spostamento diventi subitaneo e violento. È il terremoto !. Sensori a laser collocati sui due lati della faglia di San Andreas tengono costantemente sotto controllo la sua evoluzione, nell’ ottica di lanciare l’allarme per tempo nel caso disgraziato che il cosiddetto ‘Big One’ debba verificarsi. Si, perché, in quel terribile 18 Aprile 1906, ben 450 km di faglia si spostarono in pochi istanti di una decina di metri, con il risultato che abbiamo ricordato. Fortuna (nella sfortuna !) ha voluto che questo sia avvenuto 50 km a Nord di San Francisco, dove la faglia è a cielo aperto, ossia fuori dal mare: in caso contrario (se la dislocazione fosse avvenuta in mare) al terremoto si sarebbe aggiunto anche uno tsunami di grandi proporzioni. Non così avvenne solo due anni più tardi, il 26 Dicembre 1908, all’interno dello stretto di Messina, dove un sisma di 7,5 gradi della scala Richter, prima distrusse Messina e Reggio, poi, sollevò un immane tsunami che completò l’opera causando quasi 80 mila morti. Solo che a Messina l’attenzione per il certissimo, prossimo ‘Big One’ è molto meno sentita che in California



 


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