DISEGNARE IL PAESAGGIO LUNARE
Di Piergiovanni Salimbeni

PREMESSA
Attualmente la fotografia e le riprese con le camere CCD hanno sostituito l'importante compito di rappresentazione dei soggetti astronomici, che per secoli è spettato al disegno. Fortunatamente esistono ancora molti appassionati che preferiscono utilizzare un foglio bianco, un carboncino ed un temperamatite, valorizzando così l'artista che è celato nella variopinta personalità umana.
V'è da dire inoltre che un disegno ben fatto, specialmente se accompagnato da corrette stime di albedo, può fornire ancora oggi delle interessanti informazioni scientifiche, nell'ambito dell'osservazione lunare.

A differenza del disegno tradizionale come la rappresentazione di paesaggi, di nature morte, di figure etc, etc, il disegno "lunare" presenta alcune difficoltà in più. In primis si deve considerare la scarsità di luce presente , sarebbe meglio dire assente durante l'operazione. Per illuminare la "postazione di lavoro" non occorre arrivare agli estremi di un mio caro amico astrofilo, il quale aiutato da una prolunga di dieci metri utilizza una lampada nel giardino dietro casa. Vi lascio immaginare le conseguenze! E' inutile dire che una piccola torcia può bastare, mentre nelle serate di ultimo quarto si può usufruire della luce riflessa dalla luna.

La turbolenza, fastidiosa compagna di noi astrofili ostacola notevolmente l'osservazione, anche in questo caso, un po' di buon senso dovrebbe esimerci dall'intraprendere un disegno lunare in presenza di un forte vento. Se tentassimo di scorgere dei dettagli in un immagine confusa e vibrante l'unico risultato che otterremmo sarebbe quello di abbandonare la nostra nuova passione. La comodità nell'osservazione è invece essenziale, non è molto rilassante tentare di rappresentare il cratere Alphonsus inginocchiati sotto il telescopio in pose da contorsionista. Questo allenamento potrebbe giovare a Yuri Chechi, ma non sarebbe di aiuto all'astrofilo in sovrappeso o a quello ultra ottantenne. Tralasciando lo scadente umorismo v'è da dire che una posizione confortevole ci permette effettivamente di trascorrere piacevoli ore al nostro strumento, disegnando in tutta tranquillità.

Spesso alcuni astrofili preferiscono abbozzare il disegno, ma penso che in alcune serate non ci sia niente di meglio che un'oretta trascorsa all'aria aperta osservando la pallida luna, sarà meglio quindi avere con sé una comoda sedia o per i possessori dei rifrattori e degli S-C amanti della visione diretta, un piccolo sgabello, o ancora meglio una montatura che permetta di assumere una posizione umana e che non faccia vibrare il tubo ad ogni colpo di tosse.

STRUMENTI
Questa disciplina non necessità di particolare spese, non avremo bisogno di CCD ultracostosi o di Pentium II con 128 Mega ram. Saranno sufficienti dei semplici fogli di carta per il disegno artistico, (quelli particolarmente ruvidi sono indispensabili per chi utilizza il carboncino). Per quanto concerne le matite, la scelta sarà maggiormente oculata, una B ed una HB sono il minimo indispensabile, la gradazione dipende poi dalle preferenze del disegnatore.

Una gomma pane può svolgere diligentemente il proprio lavoro, meglio se coadiuvata da una gomma bianca. Se il vostro cartolaio non possiede le matite, con all'interno la gomma al posto della grafite, sarà molto utile tagliare ripetutamente per avere un bordo sempre affilato, tanto da permettere la correzione delle sbavature più delicate. Questo piccolo accorgimento, vi sarà anche molto utile per rappresentare le coste centrali delle rime molto strette, ottenendo così un bellissimo effetto di zona in ombra e zona in piena luce.( Vedi disegno n.1).
 

DISEGNO N°1

Ovviamente un buon temperino non deve mancare, ma la cosa più, importante penso siano gli sfumini. Molte persone utilizzano le dita per ottenere delle sfumature sporcando continuamente il foglio e rovinando il risultato.

Se è impossibile il loro reperimento, si può procedere ad una loro costruzione artigianale, economica e molto facile. Io mi regolo così: dopo aver preso dei fogli di cartone gli taglio fino ad ottenere dei rettangoli che misurino almeno 10x12 cm, poi incomincio a piegarne le estremità, fino ad ottenere un cono, molto appuntito, ad un centimetro dalla sua estremità fisso il tutto con dello scotch per renderlo più robusto. Quando la punta sfregando sul foglio da disegno si rovinerà, taglierete la punta con una forbice, utilizzato quel centimetro non fissato.

 
Metodologia
Premetto che tutti possono raggiungere dei buoni risultati, la costanza è fondamentale in questa disciplina. I primi disegni che creerete, non saranno certamente da esposizione, ma con molta pazienza raggiungerete il risultato tanto agognato. Io pur disegnando da alcuni anni, non ho ancora raggiunto livelli elevati, ho però migliorato notevolmente la mia tecnica, quindi non disperate!

Visto che osservando con il telescopio a cinque centimetri di distanza non potete permettervi un tavolo da disegno, penso che l'acquisto di una cartelletta o di una leggera tavola di compensato, posta sulle ginocchia possa migliorare l'operazione. Con una piccola modifica potrete agganciare all'estremità una piccola pila che vi illuminerà il foglio.

Se si vuole rappresentare un cratere è molto utile cercare dei punti di riferimento al suo interno che possano permettere una buona proporzione dimensionale. Io utilizzo quasi sempre i piccoli crateri o le montagne interne per poi creare la cinta craterica. Per rispettare le proporzioni potrete dividere il foglio in alcune linee tentando di posizionare i dettagli utilizzando la griglia come riferimento. All'inizio sarà meglio rappresentare crateri poco morfologicamente tormentati. Ricordatevi anche che vi trovate all'aria aperta per divertivi e troppa precisione e molto impegno potrebbero condurvi in poco tempo ad abbandonare questa disciplina.

Quando avrete creato il primo schizzo potrete iniziare a definire l'intensità di grigi che presenziano all'interno del cratere. La scala di Elger è molto utile in questo caso. I disegni n° 2 e n° 3 rappresentano due esempi di schizzi.

DISEGNO N°2 DISEGNO N°3

Chi vuole ottenere risultati più precisi dedicherà alcuni minuti in più all'osservazione telescopica tentando di scorgere dei microcrateri o delle rime poco visibili. Non bisogna dimenticare però che dopo una ventina di minuti le ombre delle montagne saranno cambiate ed i picchi che erano in ombra appariranno in piena luce. Sono elementi da considerare e quindi meglio congelare l'istante che si vuole rappresentare cercando poi di scorgere dettagli che non mutino sostanzialmente nell' arco di una mezz'ora. Quando il nostro disegno ci sembrerà soddisfacente potremo passare alla parte più difficile ma nel contempo più redditizia: la colorazione e la sfumatura.

Se avete preso nota dei vari valori di albedo all'interno del cratere potrete concludere la vostra opera in casa, al calduccio, possibilmente subito dopo l'osservazione. Solo cosi avrete la netta sensazione di come appariva il cratere. Se doveste terminarlo dopo alcuni giorni sicuramente la vostra fantasia prevarrà.

DISEGNO N°4

Dopo avere colorato le zone con le matite,(vedi disegno n°4), utilizzerete il vostro caro sfumino. Questa non è una operazione molto complicata, bisogna solo non creare troppe sbavature e non graffiare il foglio. Quando sfumerete una zona più chiara, ricordatevi di pulire lo sfumino, se non lo farete, la zona verrà più scura del dovuto.

Ad operazione conclusa (vedi disegno n°5) non vi resterà che ritoccare le parti con la gomma.

DISEGNO N°5 DISEGNO N°6

Anche la gomma deve essere pulita molto spesso, un piccolo pezzetto di carta vetrata farà al caso vostro. Chi volesse sfumare subito dopo aver rappresentato una parte del paesaggio avrà maggiori possibilità di errare le proporzioni e soprattutto di sporcare il foglio. Una volta acquisita questa tecnica basilare potrete rappresentare a vostro piacimenti catene montuose, valli o rime molto tormentate.

Chi trovasse difficoltà nell'utilizzo degli sfumini può utilizzare una tecnica diversa. Punteggiando il cratere si può ottenere con più facilità un effetto di chiaro scuri efficace e nel contempo semplice.(Vedi disegno n. 6). Attraverso la tecnica della puntinatura è possibile conseguire un ottimo risultato, anche se il tempo impiegato risulta maggiore di quello che s'impiegherebbe adottando la sfumatura.

Sostanzialmente la creazione dei contorni delle immagini avviene attraverso una prima puntinatura. In seguito armandosi di pazienza per creare l'effetto di chiaro scuri si puntineranno con più o meno densità le zone già precedentemente delimitate. Mi pare scontato dire che le ombre andranno semplicemente colorate di nero.Con questa tecnica inoltre possiamo lasciare tranquillamente nel nostro astuccio i vari sfumini e le innumerevoli matite. Una B ed una HB per puntinature più fini potrebbero essere gli unici strumenti essenziali. Personalmente utilizzo raramente la puntinatura. Ma anche per questo metodo utilizzo una piccola scala di gradazione,che mi aiuta a completare il disegno al calduccio.

FIGURA N°7

Potete crearla anche voi in soli dieci minuti. Disgnate dieci rettangoli ed inserirete nel loro interno un numero crescenti di punti, i quali rappresenteranno le varie intensità di grigi. All'esterno, osservando con il telescopio potreste inserire con un leggero tratto a matita i valori di questa intensità.

Concludo dicendo che questa tecnica viene utilizzata da molti astrofili per une serie di ragioni: innanzitutto riesce a dare degli ottimi risultati anche a chi non eccelle nelle arti figurative e, non essendoci il bisogno di sfumare quanto disegnato, il foglio rimane sempre pulito e senza sbavature. Inoltre dato che quasi in tutte le case i Personal Computer hanno fatto la loro comparsa, agevolando molti nostri hobby, questi disegni sono più facili da scannerizzare senza aver paura di perdere le sottili sfumature create con tanto impegno. Ultimo ma non meno importante la puntinatura permette di occupare meno spazio su disco.

A questo proposito, in commercio esistono molti strumenti per il foto ritocco e per l'acquisizione di immmagini che fino a pochi anni fa erano tra le mani di grafici professionisti. Io utilizzo Picture Pubhlisher. Mi sembra molto facile ed immediato da utilizzare e oltretutto ha la possibilità di salvare le immagini in JPG, un formato utilizzato nella Grande Rete. Ovviamente il prodotto della Micrografx può essere ben sostituito da altri prodotti. Mi imito ad elencarne qualcuno: Adope photo shop, Photo plus. Paintshop , etc,etc.

Per quanto riguarda i programmi di acquisizione delle immagini questi sono compresi nel pacchetto software venduto con lo scanner. Lo scanner è uno strumento che permette di catturare immagini, foto, disegni, articoli di giornale e mille altre cose. I modelli più recenti con una spesa inferiore alle quattrocentomila lire danno già degli ottimi risutati. Acquisiscono le immagini a colori, in grigio oppure carpendone solo i tratti essenziali.

In media la loro capacità risolutiva varia dai 600 ai 1200 DPI. A questo proposito se avete intenzione di stampare un vostro disegno con una stampate che vi permetta una risoluzione di 720x720 DPI dovrete scannerizzare la vostra opera la medesima risoluzione oppure con una risoluzione maggiore. Il metodo di acquisizione delle immagini viene supportato dal programma di grafica che avete installato nel vostro computer. Vi faccio un esempio: Utilizzando Picture Publisher basta aprire la finestra "File "e cliccando su "acquisisci" vi apparirà una schermata nella quale avrete a disposizione tutti gli strumenti necessari per archiviare l'immagine, per vedere un' anteprima, per scannerizzare una parte delimitata dell'articolo o dell'immagine inserita nello scanner.

Fatto questo nasce il problema del salvataggio delle immagini. Come dicevo poc'anzi il formato Jpg è uno dei migliori e permette una compressione notevole. Ma ci sono anche altri formati. E' utile a questo proposito osservare la tabella in basso nella quale si evidenzia lo spazio in Kbyte di una immagine scannerizzata a 720 Dpi con sfumature di grigio (per intenderci quelle utilizzate per il disegno lunare) salvata in vari formati.

Buon divertimento!

DISEGNO N°8

N.B Una immagine delle dimensione simili a quelle rappresentate nel disegno 8 occupa con il formato JPG circa 30 Kb. Un immagine scannerizzata a 720 Dpi solitamente viene utilizzata per ottenere la medesima risoluzione durante la stampa!


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